Impianto geotermico orizzontale, In cosa consiste e come funziona

geotermico orizzontale

Tra i sistemi domestici più convenienti in assoluto si colloca il geotermico orizzontale. Purtroppo però è una realtà non ancora così conosciuta e diffusa, in particolare nel nostro paese. Si tratta di un sistema che prevede l’uso di tubi che sono interrati solitamente tra 60 cm e 2 metri di profondità. Sono ben diverse dai modelli verticali dove le sonde sono a coppia e a forma di “U”, installate tra 50 e 150 metri in base alle esigenze. La più grande differenza che presentano è sicuramente legata alla loro installazione; non a caso quelle verticali sono usate quando il terreno sul quale si vuole lavorare non è sufficiente. Ma le orizzontali sono sempre le più facili da installare. Al loro interno vengono inseriti dei fluidi capaci di riscaldare l’impianto sfruttando il processo dei sensori geotermici.

In che modo si struttura un impianto geotermico orizzontale

L’impianto prevede una serie di componenti che vanno dalla pompa alla connessione a terra, senza dimenticare la struttura che funge da distributore di caldo e freddo. Per ottimizzare il suo funzionamento questo circuito dovrà rispettare una precisa profondità, che permette di evitare il rischio di congelamento del terreno. Si tratta di una problematica molto importante che è bene evitare ed è il motivo principale che spinge ad applicare i tubi sempre più in profondità. Solo così la pompa riuscirà a dare il meglio di se e garantirà una resa migliore. Restare invece a ridosso della superficie influenza il funzionamento dell’impianto rispetto alla temperatura esterna. Problematica che si evita però nel caso delle sonde verticali.

Con il sistema orizzontale si potranno avere non solo una buona produttività, ma anche un grande risparmio sui costi di realizzazione. Ecco perché diventa una soluzione molto valida per il riscaldamento domestico. C’è un solo svantaggio: l’impianto avrà bisogno di più spazio rispetto a quelli verticali, perché sono previsti anche i sensori geotermici.

Le caratteristiche del terreno sono fondamentali

Un altro aspetto da considerare è legato alle caratteristiche del terreno che dovrà essere prima di tutto pianeggiante. I tecnici abilitati andranno a scavare vicino all’abitazione per applicare una o più sonde usate per lavorare sugli scambi di calore. In meno di una settimana il lavoro sarà terminato e si potrà contare su una struttura che ha una vita media davvero elevata. Consideriamo che una caldaia tradizionale ha una vita di circa una ventina d’anni, mentre con un impianto geotermico si va da un minimo di 25 fino a 75 anni. Il tutto senza avere alcun tipo di impatto estetico rispetto all’esterno della propria abitazione.

Vi è anche un’altra alternativa da prendere in considerazione: sfruttare il fondo di un lago, sia artificiale che naturale. Si potrà così utilizzare il calore dell’acqua che è sicuramente il miglior conduttore termico. In ogni caso i tubi utilizzati possono essere in rame o in polietilene, ideali per evitare la loro corrosione.
La sua installazione porterà a sfruttare un sistema che richiede una manutenzione inferiore del 40% rispetto alle caldaie classiche, oltre a funzionare senza la necessità di canne fumarie. Può anche essere comodamente unito con le energie rinnovabili, come per esempio il solare termico o i pannelli fotovoltaici.