Nell’ottica di sostenere l’energia geotermica e diffondere i benefici che offre, anche l’Unione Europea è scesa in campo attivamente, fissando degli obiettivi correlati alle fonti rinnovabili. Ogni azione e iniziativa è legata a far crescere il settore green, cercando di trainare in particolare la geotermica. Come spiegato dall’European Geothermal Energy Council (Egec) il tema centrale è fornire sviluppo di capacità tecniche e assistenza finanziaria. In questo modo si può ottenere un’Europa a zero emissioni.
Ovviamente oltre a tutto ciò si vuole dare spazio anche alle altre soluzioni di riscaldamento rinnovabili. Dal concetto di Egec si è arrivati a sviluppare diversi progetti europei dedicati all’impiego dell’energia geotermica.
Energia geotermica: il ruolo chiave dell’Egec
L’Egec gioca un ruolo fondamentale a livello europeo per diffondere l’importanza della geotermia. Si tratta di un’organizzazione no-profit composta da 120 membri che provengono da 28 paesi diversi. Tra loro troviamo produttori di apparecchiature, associazioni nazionali, fornitori di energia e autorità pubbliche. Convinti che la geotermica possa garantire energia sostenibile, l’Egec ha così presentato una proposta direttamente alla Commissione europea.
Si tratta di una vera “rivoluzione” che promuove gli interventi per ristrutturazioni efficienti e sostenibili nel settore edile. Massima attenzione è rivolta quindi alle pompe geotermiche che sono considerate le più affidabili ed efficienti. Unendole con le reti di calore si può ottenere una fornitura costante e un progetto di energia rinnovabile con prezzi accessibili. Il vantaggio offerto è un risparmio energetico, ma anche la possibilità di risolvere il problema legato alla decarbonizzazione degli edifici.
E’ importante precisare che collaborano ai progetti anche diverse realtà italiane, come per esempio il CoSviG, ovvero il Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche. Con l’Egec intendono occuparsi delle preoccupazioni ambientali per l’utilizzo della geotermica in Europa.
Trasformare i pozzi petroliferi inutilizzati
Tra le tante iniziative, oltre alla ricerca di risorse finanziarie, vi è la voglia di condividere con proprietari e gestori i programmi legati all’innovazione geotermica. Il sostegno della Commissione Europea permette di lanciare così progetti congiunti. Oltre a identificare percorsi destinati a una realizzazione commerciale su larga scala.
Su quest’ottica uno dei punti centrali è la trasformazione green di pozzi petroliferi, considerando che ne esistono tanti non utilizzati. Non riuscendo a produrre petrolio a sufficienza possono diventare un mezzo perfetto per trarre acqua calda, così da produrre energia geotermica.
Come è facile intuire, il potenziale dietro a questi progetti è altissimo e può essere indirizzato al meglio per trasformare tale mercato che è ancora considerato troppo di nicchia. E l’Italia è partner attiva di quesa iniziativa, attraverso il il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.
Le altre iniziative italiane
Uno dei capitoli più interessanti è quello legato allo sviluppo di tecnologie che permettano di lavorare sui serbatoi geotermici nella crosta continentale, partendo da attente tecniche di perforazione. In tal modo si potranno controllare le emissioni di gas, oltre a ottenere informazioni sull’ambiente aggressivo e la pressione prevista nei fluidi profondi. Attualmente esiste un pozzo non produttivo in Toscana, che ha una profondità di 2,2 km e temperature che arrivano a 350°. Il progetto prevede di approfondire il pozzo fino a 3 km per toccare condizioni critiche.
Ciò che si vuole far notare da questi test è la possibilità di lavorare su nuovi materiali di perforazione e quindi anche utensili e attrezzature. Ma al tempo stesso si vuole migliorare l’attività di perforazione in condizioni crostali profonde.